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Ostaggi di Pasqua. Israele e la cristianofobia

Pubblicato da: UVNS 0 Commenti

L’importanza della Pasqua per la religione cristiana è ben nota a tutti. La sua celebrazione rappresenta per ogni fedele un momento fondamentale, in essa possiamo, infatti, ritrovare i cardini della dottrina, Gesù Cristo, il figlio di Dio, si rende uomo per poter sacrificare il dono più importante concessoci, cioè la vita, affinché ogni uomo possa essere salvato. Il suo sacrificio monda i peccati dell’uomo per concedergli la salvezza.

I cristiani di tutto il mondo in quei giorni celebrano la rinascita del loro redentore, ricongiuntosi al Padre suo e di tutti noi, Dio. Le famiglie si riuniscono nei luoghi sacri per celebrare questo momento poiché è diritto di ogni uomo professare liberamente la propria fede, laddove è possibile farlo. Questo diritto non è forse dovuto? A quanto pare non dovunque.

Il governo israeliano nella settimana appena passata[1], ha infatti proibito ai cristiani residenti a Gaza di recarsi a Gerusalemme per le celebrazioni della Santa Pasqua. Solitamente il governo di Tel Aviv, che controlla in tutto e per tutto ogni spostamento dalla striscia, concede ai fedeli cristiani, circa 1200 in quel territorio, dei pass speciali per potersi recare nella città Santa. Questi sono solitamente sempre stati insufficienti per tutta la popolazione di fede cristiana, ma consentivano comunque a circa la metà di costoro di esercitare il loro diritto alla fede.  Quest’anno, adducendo ragioni legate alla sicurezza di Israele, i pass sono stati ridotti a soli 200, che per altro non concedevano di raggiungere Gerusalemme, ma solo la città di Amman, in Giordania, la quale ovviamente non rappresenta per i fedeli una meta sacra. Il governo israeliano ha dunque vietato le celebrazioni pasquali a questi uomini, donne e bambini.

Un governo può vietare ad un popolo di professare la propria fede? Un governo che si definisce l’unica democrazia del Medio Oriente. La situazione della striscia non è di certo delle più semplici, ma questo può giustificare un abuso di tale portata? Le grandi dittature comuniste proibirono l’esercizio della fede ai loro popoli, ma almeno non si tacciavano di Democrazia, senza contare il fatto che il popolo palestinese ha un suo governo e perciò dovrebbe godere della propria sovranità. 

In ogni caso nulla da fare, ancora una volta la politica ha trionfato sui diritti naturali. L’impressione che se ne ha è come di voler impedire la resurrezione di Gesù, cercare di impedirne il sacrificio, impedire la catarsi dell’umanità e del popolo cristiano in primis. Una sconfitta per la fede. Probabilmente chi si è macchiato di questa iniquità ora pensa di aver vinto, ma c’è qualcosa che forse non ha considerato.

Cristo è già risorto nel cuore di chiunque abbia la grazia di averlo ricevuto, Cristo è risorto nella sofferenza di chi per lui viene perseguitato ogni giorno, Cristo è risorto nelle bombe dello Sri Lanka e fra le rovine delle chiese distrutte dall’odio. Cristo è in ognuno di noi è questo nessuno può impedircelo.

 

Di Emanuele Niccolini

 

 

[1] “A Pasqua Israele manda i cristiani di Gaza non a Gerusalemme ma ad Amman” https://nena-news.it/gaza-a-pasqua-israele-manda-i-cristiani-di-gaza-non-a-gerusalemme-ma-ad-amman/. Nena-news 20/04/2019. Web 01/05/2019

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