L’ira di Israele. Embargo irlandese sui prodotti delle colonie
L’Irlanda potrebbe essere la prima nazione europea ad attuare un embargo nei confronti di Israele. Dopo l’approvazione da parte della Camera Alta, il senato irlandese, anche la Camera Bassa, il parlamento, ha approvato la legge che vieterà alle aziende del Paese di commerciare prodotti provenienti dalle colonie israeliane in Cisgiordania.[1] Le motivazioni che hanno portato alla proposta di legge ed alla sua successiva approvazione risiedono proprio nel modus operandi di Israele che – secondo il Oireachtas Éireann, il Parlamento d’Irlanda – non rispetterebbe le normative Onu in merito ai diritti civili praticando una vera e propria forma di apartheid in quei territori che, seguendo le direttive teoricamente ancora vigenti del Trattato di Oslo, dovrebbero essere sottoposti al diretto controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese. Le continue violazioni dei trattati da parte di Israele hanno portato dunque alla conseguente decisione. Le reazioni da parte di Tel Aviv non si sono fatte attendere: il Ministro degli esteri israeliano, Avigdor Lieberman, ha apertamente accusato il provvedimento di essere un attacco diretto ad Israele, antisemita e dunque totalmente assurdo; dal canto suo il Presidente Netanyahu ha immediatamente convocato l’ambasciatore irlandese Alison Kelly per chiedere chiarimenti in merito ed ha poi successivamente dichiarato che il provvedimento, qualora dovesse entrare in vigore, non farà altro che danneggiare i lavoratori palestinesi impiegati nelle aziende che ne verrebbero colpite, portando al conseguente licenziamento. Il danno economico per Tel Aviv non supererebbe la cifra stimata di 10 milioni di dollari, certo non una grande batosta per l’economia israeliana. Insistenti voci affermano che il Presidente della libera repubblica di Irlanda, Michael D. Higgins, non sia intenzionato a rendere definitivo il provvedimento, anche perché il partito laburista, a cui fa riferimento, ha votato contro l’attuazione del disegno di legge. Inutile sottolineare l’importanza che potrebbe avere a livello internazionale l’attuazione di tale decreto, pienamente a sostegno di quelli che sono i fondamenti del BDS: Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni; movimento internazionale che da anni porta avanti campagne di sensibilizzazione per la causa palestinese e che pone come suo perno centrale una guerra economica ad Israele, come unico mezzo non violento per la liberazione della Palestina.
Il governo sionista vive principalmente di commercio, colpendolo sul vivo si pensa di poterlo costringere ad un retrofront sulla questione palestinese, obbligandolo a rispettare gli accordi da esso stesso sottoscritti ma mai concretamente portati avanti.
Di Emanuele Niccolini
[1] “Il parlamento irlandese approva il Bds. L’ira di Israele.” http://nena-news.it/il-parlamento-irlandese-approva-il-bds-lira-di-israele/ . Nena News. 30/01/19. Web. 05/03/19.