Il giovane Akash Bashir, primo “Servo di Dio” nella storia della Chiesa in Pakistan
Dare la vita per salvare quella degli altri è il più grande gesto di generosità possibile all’uomo. Colpisce sempre, ma massimamente quando a esserne protagonista è un giovane. Specie in una realtà in cui il cristianesimo risulta largamente minoritario. Particolari che ci portano a Lahore, in Pakistan e a raccontare la storia Akash Bashir morto ventenne il 15 marzo 2015 per evitare un attentato, e oggi primo servo di Dio nella storia della Chiesa cattolica del suo Paese. Dove il titolo indica l’avvio della causa di beatificazione, la prima tappa verso gli altari, quella che si svolge dentro i confini della diocesi, della Chiesa locale. Significativamente l’avvio dell’itinerario risale al 31 gennaio scorso, festa di san Giovanni Bosco, il santo dei giovani appunto. A presentare la figura di Akash è stata l’agenzia Fides. Nato il 22 giugno 1994 a Risalpur, nella provincia pakistana di Nowshera Khyber Pakhtun Khwa, era uno studente del Don Bosco Technical Institute di Lahore nonché uno dei ragazzi più attivi nella comunità parrocchiale di San Giovanni. Il 15 marzo 2015 era all’ingresso della chiesa quando notò un uomo che voleva entrare armato di una cintura esplosiva. Con grande coraggio si era quindi aggrappato all’attentatore fermandolo. «Morirò ma non lascerò che tu entri», le sue parole. Una tragica anticipazione di quello che sarebbe accaduto, perché il terrorista di lì a poco si fece saltare in aria uccidendo anche il ragazzo.