I copti egiziani: un Nobel per la pacifica resistenza
Quest’anno per la prima volta nella storia del premio Nobel c’è stata la candidatura di un gruppo etnico religioso, i copti egiziani.
Quest’anno per la prima volta nella storia del premio Nobel c’è stata la candidatura di un gruppo etnico religioso, i copti egiziani.
È trascorsa poco più di una settimana dell’attentato che ha visto, suo malgrado, protagonista la Cattedrale di Jolo. Jolo è il nome del capoluogo e della rispettiva isola, si trova nella regione di Sulu, a sud delle Filippine.
La religione islamica si divide in due macro-gruppi: i sunniti e gli sciiti. La divisione nasce alla morte del Profeta Maometto, nel 632 d.C. si apre una diatriba all’interno dell’Islam su chi avrebbe dovuto ereditare la carica di Califfo e se concentrare nel successore anche il potere laico. Fu così che la maggioranza dei fedeli,
La Nigeria è un paese dell’Africa Occidentale, una repubblica costituzionale di tipo federale che comprende ben 36 stati. Più di un ottavo della popolazione dell’intero continente risiede in Nigeria, è il paese più popoloso dell’Africa e conta un’estensione pari solo al 4% della sua superficie. La Nigeria è abitata da più di 250 gruppi etnici
Nel 2008 si lesse di una grande apertura della Cina verso qualsiasi credo religioso, una nuova apertura dovuta alle olimpiadi. Nel villaggio olimpionico era infatti permesso professare qualsiasi religione e celebrarne i riti.[1] Un bel salto in avanti per un paese come la Cina, che da quando si instaurò il regime comunista ha perseguitato costantemente
Nella settimana precedente si è trattato il dramma delle persecuzioni subite dai cristiani in tutto il mondo e del loro preoccupante aumento nell’anno appena trascorso.[1] Il rapporto pubblicato da Porte Aperte – principale fonte del nostro ultimo scritto – fornisce una mappatura precisa dei Paesi in cui discriminazione e persecuzioni avvengono, corredata di numeri e
Sono 250 milioni, 35 milioni in più rispetto al report dello scorso anno, i cristiani che nel mondo, tra il novembre 2017 e l’ottobre 2018, hanno subito un alto livello di persecuzioni secondo la WorldWatchList redatta da Porte Aperte. L’Africa è al primo posto con le più atroci violenze verso le comunità cristiane seguita, in
“Non mi arrendo. Mi rifiuto di essere vittima della guerra”[1]. Zainab parla, racconta la sua vita di donna siriana nella Siria in guerra contro il terrorismo, le rughe d’espressione sul suo viso ci aprono ad una quotidianità vissuta tra sofferenze e difficoltà ma le parole che pronuncia raccontano un’altra storia, una storia fatta soprattutto di
La situazione odierna della Siria è ormai ben nota: un paese dilaniato da sette anni di guerra continua e che solo oggi sta faticosamente trovando uno spiraglio di pace. La questione di cui forse si parla meno, e che forse è meno nota, riguarda i cristiani residenti nel paese che prima del conflitto costituivano quasi
Emesa è un’antica città della Siria Apamene[i], sorta nei pressi della città hittita di Qadesh. Con l’imperatore Domiziano entra a far parte della provincia romana ma è nel III secolo che raggiunge il massimo splendore perché terra natia di Giulia Domna, moglie di Settimio Severo, e di Eliogabalo. Proprio Eliogabalo concede alla città di Emesa