Intervista a Padre Anthony RajuThota – Missionario dall’India
Padre Anthony RajuThota – Missionario dall’India Febbraio 2022
La speranza nella povertà
Vorrei partire con alcune domande provocatorie: come si può avere speranza quando manca il cibo, la luce, l’acqua corrente? Come si può avere speranza quando si viene classificati dal proprio popolo come “paria”, ossia intoccabili, e quindi non ritenuti degni di essere considerati persone? Come si può avere speranza, credere nel futuro, quando non si ha la possibilità di andare a scuola? Come si può avere speranza quando la malattia, la lebbra, rovina giorno dopo giorno il nostro corpo?
Questa era la situazione dei nostri villaggi a Srungavruksam, nello stato di AndhraPradesh in India, quando ho iniziato la mia opera missionaria nel 2009: famiglie povere, bambini che non potevano andare a scuola, malati di lebbra senza cure mediche.
Oggi, a distanza di 13 anni, molto è cambiato dal primo giorno in cui arrivai.
Oggi le famiglie sono ancora povere, perché la situazione economica del luogo non è migliorata, ma i bambini vanno a scuola grazie alle adozioni a distanza, sono state costruite scuole e chiese grazie alle donazioni, i lebbrosi sono accolti e curati dalle suore.
In questi anni, difficili ma ricchi di traguardi raggiunti, gli abitanti dei villaggi hanno riacquisito la dignità: non si sentono più esclusi, diversi,paria.
Grazie alla parola di Dio che ogni giorno viene raccontata e celebrata è nata e si è fortificata la speranza. Il cammino di fede intrapreso da molti, anche se non da tutti gli abitanti (ritengo che la libertà di scelta rispetto a ciò in cui credere vada tutelata), li ha portati a vivere in modo diverso la propria vita, ad accettare anche gli aspetti più negativi, più difficili della propria esistenza.
La vita di Gesù è diventata un esempio per molte donne e uomini dei villaggi.
La speranza di un futuro migliore è anche data dalla possibilità di accedere all’educazione e all’istruzione. Sono profondamente convinto che per poter uscire da una condizione di povertà ed oppressione sia fondamentale garantire l’accesso al sistema scolastico ai bambini e alle bambine dei nostri villaggi: per questo una delle attività a cui ho dedicato tempo ed energie è stata la progettazione e costruzione di istituti scolasti
ci accessibili a tutti, a prescindere dalla religione e
dalla capacità economica delle famiglie.
Grazie alla carità cristiana di molti è possibile sostenere economicamente questi progetti e grazie alle adozioni a distanza è possibile garantire il
pagamento dei materiali scolastici, delle uniformi e degli insegnanti.
Un’altra opera a fondamento della mia vita missionaria la vicinanza e accoglienza ai malati di lebbra. Come voi sapete la piaga della lebbra è ancora presente in India e ci vorrà ancora molto tempo prima che questa terribile malattia venga debellata. Nel mio villaggio abbiamo una struttura di accoglienza per i lebbrosi, gestita dalle suore . Qui gli ammalati vengono trattati come persone, e non come lebbrosi e la consapevolezza di essere considerati degni di vivere gli ridà
ogni giorno la speranza e rafforza la loro fede.
Per concludere vorrei ribadire come la speranza debba essere coltivata ogni giorno, così come deve essere coltivata la fede in Dio nostro Padre. Anche i più poveri, gli ultimi tra gli ultimi hanno la speranza di avere una vita migliore, di essere considerati degni di rispetto e amore. E questo è il più caro insegnamento di Gesù: ogni vita è importante.
Grazie come sempre per la vostra vicinanza, per le vostre preghiere e per il vostro sostegno.
Io, i miei parrocchiani, i bambini e le bambine, gli ammalati, preghiamo sempre per voi e vi portiamo nel cuore ogni giorno.
Grazie per contribuire ad accrescere la nostra speranza e la nostra fede.
Padre Anthony RajuThota