Artsakh martoriato, il conflitto senza fine tra Armenia e Azerbaigian
Una tensione che non si spegne, una guerra che rivive periodicamente nonostante il cessate il fuoco raggiunto il 9 novembre scorso. Tra Armenia e Azerbaijan, il conflitto in Artsakh è ripreso nella notte di ieri con scontri a fuoco nella regione di Kelbajar, dove l’esercito di Erevan ha attaccato le postazioni azere con mortai e armi leggere, azione a cui gli azeri hanno risposto bombardando intensamente la zona di confine. Da qui, lo scambio di accuse tra Baku e Erevan, che hanno parlato reciprocamente di “provocazione”. Negli ultimi scontri, come dichiarato dal Ministero della Difesa armeno, hanno perso la vita il tenente maggiore Hayk Gevorgyan, il soldato semplice Koryun Harutyunyan e il soldato semplice Davit Kocharyan. Dopo una tregua mediata dalla Russia e fissata ieri alle 10, il Ministero della Difesa azero ha accusato l’Armenia di aver lanciato granate durante la scorsa notte sulle posizioni azere nel territorio di Gegharkunik. Nuove avvisaglie, poi, anche nella mattinata odierna, quando si è verificato un breve scambio a fuoco nella stessa zona: secondo Erevan, l’esercito azero ha violato il cessate il fuoco in un’offensiva poi soppressa dalla risposta armena e in cui un soldato armeno è rimasto ferito. Nella recente ripresa del conflitto, pare che anche l’esercito azero abbia subito perdite: non si hanno però conferme ufficiali, secondo un modus operandi di Baku consolidato negli anni che rifiuta di fornire informazioni pubbliche a riguardo. Da stamattina, attorno alle 10 locali, la situazione in Artsakh è tornata nella sua flebile tranquillità. Sullo sfondo dell’interesse turco e russo in quei territori, nelle ultime una notizia di rilievo è arrivata dagli Stati Uniti: l’approvazione da parte della Camera dei rappresentanti dell’emendamento sulla legge agli aiuti esteri promosso da Frank Pallone, volto a bloccare l’assistenza militare all’Azerbaigian sia sul piano finanziario che su quello dell’addestramento. Un segnale importante per l’instabilità del martoriato Artsakh, se si pensa che Baku, solo negli ultimi tre anni, ha ricevuto circa 100 milioni di dollari in aiuti militari da Washington.