Una battaglia di civiltà: proteggere Dadivank e la tradizione cristiana dell’Artsakh
A due settimane dal cessate il fuoco in Artsakh, concordato tra Armenia e Azerbaigian con la mediazione della Russia, il futuro della regione appare incerto e la sua tradizione cristiana a rischio. Le forze azere, coadiuvate dalla Turchia nella recente guerra, dopo il controllo strategico della città di Shushi amplieranno il loro territorio – a seguito degli accordi di pace – nei distretti di Agdam, Kalbajar e Lachin.
Dopo le migliaia di morti causati dal conflitto, ampi territori dell’Artsakh sono stati abbandonati dai suoi abitanti, sfollati non prima di aver visto i loro monumenti distrutti e le loro chiese vandalizzate dal nemico. Proprio nel distretto di Kalbajar, passato da ieri in mano azera, negli ultimi giorni si è assistito ad un vero e proprio pellegrinaggio in uno dei luoghi religiosi più simbolici dell’Artsakh: il monastero di Dadivank.
Costruito tra il nono e il tredicesimo secolo, è una delle chiese armene più antiche e il più grande complesso monastico dell’Armenia orientale. Il monastero deve il suo nome a San Dad, discepolo dell’apostolo Giuda Taddeo e suo fondatore, la cui tomba è stata scoperta sotto l’altare nel 2007. Una storia millenaria molto cara ai cristiani armeni, un luogo sacro difeso fino all’ultimo dal suo abate, Padre Hovhannés Hovhannisián, che recentemente aveva fatto intendere di non voler abbandonare il monastero agli azeri. L’abate di Dadivank, che nel 1993 partecipò personalmente alla liberazione di Kalbajar, ha combattuto con i suoi figli nella guerra dei quattro giorni dell’aprile 2016 e anche di recente stava imbracciando le armi. Padre Hovhannés Hovhannisián ha restaurato, ricostruito e mantenuto arredi, oggetti, khachkar (croci scolpite nel tufo, tipiche dell’Armenia), le croci e persino gli edifici del monastero. Dal momento dell’annuncio del cessate il fuoco, Hovhannisián non ha fatto altro che cercare veicoli e volontari per spostare quanti più oggetti possibile a Yerevan, la capitale dell’Armenia. Negli anni ’60 molti edifici del monastero di Dadivank furono danneggiati, oltre al degrado che il tempo e il clima hanno causato ai suoi affreschi. Hovhannisián ha tentato un primo restauro nel 1997 e un secondo nel 2004, e abituato a remare contro corrente, ha perseverato fino al completamento nel 2017. Tre delle quattro cappelle sono state restaurate in tutta la loro bellezza, inclusa la cupola della chiesa della Santa Vergine, situata in un punto di accesso così difficile che i materiali dovevano essere trasportati a cavallo. In seguito, la riparazione delle strade ha permesso a sempre più fedeli a visitare il sito.
Padre Hovhannisián, incredulo e deluso dopo l’accordo di pace con gli azeri, ha dichiarato: “Abbiamo pulito il monastero, lo abbiamo riconsacrato e oggi lo consegniamo su un vassoio ai turchi dicendogli di farne quello che vogliono?”. Il monastero di Dadivank è adesso sotto il controllo formale dei soldati russi, ma nonostante la presenza delle forze di pace inviate da Mosca, gli armeni temono per il destino di centinaia di chiese, monumenti e cimiteri cristiani che cadranno sotto il controllo dei musulmani azeri.
Eliminare simboli culturali è stata una costante di questo conflitto, e negli ultimi giorni il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente ha rilasciato la dichiarazione “Giustizia per l’Artsakh” evidenziando che l’attuale accordo in vigore dal 10 novembre non garantisce una pace chiara, sostenibile e duratura. Le Chiese del Medio Oriente temono per la libertà religiosa e la pratica dei culti ed esprimono preoccupazione per l’eredità cristiana di chiese, monasteri, monumenti e musei già danneggiati o che potrebbero essere distrutti. Per questo esortano tutte le organizzazioni internazionali ad impegnarsi per l’Artsakh, “che ha diritto all’autodeterminazione come qualsiasi altra nazione e popolo nel mondo”. Una battaglia di civiltà. Che l’Europa ha il dovere di supportare.
A cura di Marco Da Pozzo
Riferimenti:
– http://www.korazym.org/51152/langelo-di-ghazanchetsots-distrutto-dagli-azeri-e-il-monastero-di-dadivank-abbandonato-nelle-loro-mani-con-il-cessate-il-fuoco-gli-armeni-cristiani-dellartsakh-non-sono-fuori-perico/
– http://www.korazym.org/51249/azeri-turchi-hanno-profanato-la-cattedrale-del-santo-salvatore-ghazanchetsots-di-shushi-il-monastero-medievale-di-dadivank-messo-sotto-protezione-della-russia/
– https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2020-11/appello-mecc-chiese-medio-oriente-tregua-nagorno-karabakh-guerra.html