Cronaca di un martirio infinito: essere cristiani oggi in Pakistan e Afghanistan
Nella settimana precedente si è trattato il dramma delle persecuzioni subite dai cristiani in tutto il mondo e del loro preoccupante aumento nell’anno appena trascorso.[1] Il rapporto pubblicato da Porte Aperte – principale fonte del nostro ultimo scritto – fornisce una mappatura precisa dei Paesi in cui discriminazione e persecuzioni avvengono, corredata di numeri e motivazioni.[2] Se in alcuni casi si tratta di strategia politica, in molti altri la ragione scatenante è l’odio religioso ed è sufficiente fare riferimento al recente caso di Asia Bibi, che abbiamo avuto modo di approfondire in un nostro pezzo poco tempo fa, e che purtroppo non è un unicuum. Sempre dal Pakistan arriva alla cronaca un altro terribile caso giudiziario: Pervaiz Masih, assolto solo pochi giorni fa dall’accusa di blasfemia dopo un processo durato più di tre anni e costato non poco in termini di angherie subite da lui e dalla sua famiglia, vessati dai concittadini di fede mussulmana.[3] Pervaiz in questi tre anni di inferno non ha perso solo la tranquillità e la libertà, gli è stato tolto molto di più. Ha perso anche la figlia di tre anni, morta annegata per mano di fondamentalisti islamici, e ha perso anche la moglie, torturata e seviziata dalla polizia durante gli interrogatori seguiti al suo arresto. Pervaiz ha perso anche la serenità di poter vivere nella sua città perché se è vero che la giustizia pare aver fatto il suo corso nelle aule di tribunale, lo stesso non si può dire nella società civile dove, anche se assolto, non è libero perché teme ancora per la sua vita e per quella dei suoi cari, ha paura che i sostenitori dei suoi accusatori possano vendicarsi. Il Pakistan nel rapporto di Porte Aperte si posiziona quinto nella lista dei Paesi in cui i cristiani vengono perseguitati, lì la persecuzione è considerata estrema. Il governo e l’esercito non fanno nulla per placare la violenza dei fondamentalisti islamici, così molti cristiani sono costretti a vivere ai margini della società e molto spesso a lavorare in uno stato di semi-schiavitù. Se in Pakistan essere cristiani spesso coincide con il poter essere privati dei più fondamentali diritti, anche l’Afghanistan è un paese che sintetizza in modo significativo un fenomeno molto complesso come quello delle persecuzioni. A seguito degli attacchi dell’11 settembre, dopo l’invasione americana e la “guerra infinita”, questo Paese è considerato sulla via della democratizzazione seppure si tratti di una repubblica islamica. Nella nuova costituzione è sì prevista la totale libertà religiosa ma nei fatti invece viene esclusivamente concessa agli stranieri e non ai cittadini afghani, persino censire i cristiani in questo paese è pressoché impossibile poiché chi vive la fede lo fa nella segretezza più totale. Non di rado i cristiani afghani sono costretti ad emigrare, come nel caso di Abdallah che – racconta Avvenire[4] – dopo essersi convertito al cristianesimo è stato ripudiato dalla sua famiglia, persino dalla moglie, e si è visto costretto a fuggire dal suo paese. La cultura afghana è caratterizzata da un forte attaccamento alla propria comunità ed alla tribù di appartenenza, ed esse non concedono nessuna libertà religiosa. Molto spesso le tribù dei converti, per “ripulire” il proprio onore, distruggono le proprietà degli apostati per poi ucciderli o per rinchiuderli in manicomio: la conversione ad un’altra religione viene considerata come un atto di follia. I dati riportati da Porte Aperte nel nuovo report del 2019 sono più che allarmanti, questo rende ancora più indispensabile fare informazione in merito. La consapevolezza e la conoscenza sono il primo passo verso la ricerca di una soluzione e questo è quello che stiamo cercando di fare.
Di Emanuele Niccolini
[1] Pavesi, Stefano. “I numeri di una persecuzione”. https://www.unavocenelsilenzio.it/home/2019/01/21/i-numeri-di-una-persecuzione/. Una Voce nel Silenzio. 21/01/19. Web. 22/01/19.
[2] “WORLD WATCH LIST 2019”. https://www.porteaperteitalia.org/persecuzione/. Porte Aperte Italia. 17/01/19. Web. 22/01/19.
[3] Redazione. ”Un Cristiano a processo per blasfemia”. http://www.fides.org/it/news/65419-ASIA_PAKISTAN_Un_cristiano_assolto_dopo_un_processo_per_blasfemia. Fides. 21/01/19. Web. 22/01/19.
[4] Geronico, Luca. “Io Afgano conquistato dal Vangelo”. https://www.avvenire.it/mondo/pagine/erzurum. Avvenire. 17/01/19. Web. 22/01/19.